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.: DA VEDERE
Pieve di San Giorgio
  Strada Cardinala - per Molinella, Bologna - km. 1 dal centro Fondata nel 569, la chiesa più antica della provincia di Ferrara. La pianta primitiva era a tre navate con abside pentagonale ma ora si presenta con la sola navata centrale (l'originale piano di campagna si trova a circa tre metri di profondità da quello attuale). All'interno si possono ammirare l'altare bizantino e tracce di pittura del XII secolo. Di notevole interesse il portale (1122) di Giovanni da Modigliana, in cui sono raffigurati il martirio del Santo e la rappresentazione allegorica dei mesi dell'anno: esso può considerarsi uno dei primi esempi di portale caratterizzato dagli elementi tipici della scultura romanica del XII secolo.
San Domenico
  Sede del Museo Civico (Via G.B. Aleotti). Restaurata nel 1973 la chiesa è un tipico esempio di architettura quattrocentesca ispirata ai modelli rossettiani, in mattoni faccia a vista; tetto a capriate, una sola navata, ampi nicchioni laterali. Pregevoli gli affreschi di scuola ferrarese-romagnola degli inizi del '500. Pinacoteca comunale dal 1975 ed ora Museo civico, ospita una ventina di opere pittoriche - tra cui va citata la "Madonna in trono col Bambino" del Garofalo (1513) - e i reperti portati alla luce nel corso di più campagne di scavi archeologici ad Argenta.
Oratorio di S. Croce
  Nota anche come Palazzina Aleotti l'opera, della quale resta soltanto la facciata, di indubbia eleganza, grande armonia nelle proporzioni e nell'uso del cotto da parte dell'architetto argentano G.B. Aleotti (1546-1636). La facciata dell'Oratorio, costruito intorno al 1610, scandita da un doppio ordine di semicolonne, doriche nella parte inferiore, ioniche in quella superiore. All'interno si accede tramite tre portali con archi a tutto sesto.
Santuario della Celletta
  A 2 km. dal centro, sulla Statale 16 in direzione Ravenna Un tempo cella rinascimentale, poi tempio barocco, il Santuario che oggi possiamo ammirare venne innalzato a partire dal 1606 per far fronte al crescente numero di fedeli che, in seguito ad una miracolosa apparizione della Madonna, cominciarono ad affluire qui. La progettazione della nuova chiesa venne affidata al pittore ed architetto argentano Marco Nicolò Balestri (1555-1609) e, in seguito alla sua morte, fu portato a termine dall'Aleotti. La costruzione presenta semplici e nitide strutture su pianta ellittica, così com'era in uso nel '600, ma con linee e modanature architettoniche classicheggianti. Gravemente danneggiata nel 1945, è stata restaurata nel 1954.
San Lorenzo e Convento Cappuccini
Via Cappuccini
  Costruito, come testimonia la lapide posta all'ingresso, nel 1556, il complesso conserva pressochè integra la sua struttura originaria. La chiesa si presenta con un prospetto molto semplice, in mattoni faccia a vista: la sua pianta ad una navata, con soffitto a capriate, e con una profonda abside il cui soffitto si presenta a botte. Sul lato destro della Chiesa si sviluppa il Convento (che fra la metà dell'800 e il 1939 fu adibito ad Ospedale) al quale si accede attraverso un chiostro interno. Da qualche anno il complesso stato restaurato e recuperato come Centro culturale polivalente.
Duomo di San Nicolò
Piazza Mazzini
  La prima data certa che abbiamo della chiesa Arcipretale e Collegiata di S.Nicol (patrono di Argenta) quella della sua consacrazione, avvenuta il 23 gennaio 1122, ma essa essa dovrebbe avere origini molto pi antiche (seconda met dell'VIII sec. secondo il Bandi). Notevoli sono le notizie che testimoniano l'importanza raggiunta nei secoli da questa chiesa che, purtroppo, andata completamente distrutta: ricostruita nel dopoguerra, la nuova chiesa venne inaugurata nel 1954.
Il monumento a Don Minzoni
  Il monumento si trova nel piazzale della chiesa di San Nicol ed stato inaugurato il 13 ottobre 1973 dal Presidente della Repubblica, in occasione delle celebrazioni per il Cinquantesimo anniversario della morte di Don Minzoni. E' un'opera in bronzo dello scultore faentino Angelo Biancini, montata su di un piedistallo davanti a una transenna in ferro. Il Museo delle Valli d'Argenta, all'ingresso dell'Oasi e in unità fisica e culturale con essa, ha per oggetto la morfologia dell'ambiente argentano, la sua vita vegetale ed animale, gli interventi umani che si sono succeduti nei secoli: in sintesi, la storia e la realtà presente nel territorio. Le informazioni multimediali si indirizzano, in primo luogo, alla scuola e al turismo interessato alle conoscenze naturalistiche e storico-ambientali.
  La sede del Museo nel Casino di Campotto, che ospita la sezione storico-naturalistica, con sala didattica e di proiezioni, biblioteca e fototeca, pubblicazioni, personale specializzato di assistenza. Sono offerti ai visitatori, anzitutto, notizie archeologiche e topografiche, documentari filmici ed una mostra storica, con il grande modello di funzionamento della bonifica idraulica nell'argentano; il "Concerto della Valle" e la "Sosta nell'Oasi" presentano poi, rispettivamente, nelle speciali sale di audiovisione e di esposizione, i canti degli uccelli e i rumori della palude, e gli aspetti naturalistici delle valli. Le adiacenti Valli di Campotto costituiscono, al vivo, la sezione naturalistica e, il Museo della Bonifica, nel vicino stabilimento idrovoro Saiarino, quella idraulica. Si ha così un complesso documentario storico-naturalistico forse unico in Europa.
Valli di Campotto
  L'Oasi delle Valli di Campotto, là ove il Reno ormai giunge alla foce, parte di un territorio di eccezionale valore storico-naturalistico, caratterizzato dalla presenza dominante delle acque, la quale, attraverso i tempi, ha impresso contrassegni profondi sull'ambiente, la natura, la vita dell'uomo. Al dominio delle acque l'uomo ha contrapposto uno sforzo millenario per regolamentarle, affinchè fosse possibile impiantare coltivazioni e abitati e rendere sicure le attività economiche e le condizioni igieniche. La storia delle bonifiche, che attraversa i secoli fin dall'età precristiana, ha condotto il controllo idraulico, nel comprensorio alla destra del Reno, a un livello accettabile. Oggi si riscontra un sostanziale equilibrio, nel quale la vita economica e sociale e i valori ambientali trovano assetti adeguati alle moderne esigenze. Ove si stendevano, un tempo, plaghe malsane e repulsive, le Valli di Campotto, zona umida d'interesse internazionale e Stazione del Parco del Delta del Po, offrono al turista e allo studioso un affascinante paesaggio, ricco di presenze vegetali ed animali, che popolano habitat in qualche modo evocativi degli originari ambienti naturali. Tappeti galleggianti di ninfee si alternano alle distese di genziane d'acqua e canne palustre e ai prati umidi a grandi larici; svettano le molte specie arboree del bosco igrofilo del Traversante; nelle acque, nel cielo, nei dossi, pesci, uccelli stanziali e migratori e altri animali testimoniano la vita della palude.
  Il Centro Culturale Polivalente Cappuccini, nell'antico convento restaurato, la maggiore e più operosa sede della vita culturale argentana. E' dotato di sale per conferenze, esposizioni, proiezioni, audizioni musicali servite da attrezzature multiformi, ad alta tecnologia e funzionalità. La polivalenza ed efficienza delle strutture e dei servizi ne fanno uno strumento fondamentale per le iniziative culturali di promozione pubblica e associativa, spesso di rilevanza nazionale ed internazionale. L'istituzione principale del Centro, dal 1999 sede distaccata dell'Università di Ferrara, la Biblioteca Civica ricca di quasi trentamila volumi, che si giova di un'organizzazione biblioteconomica moderna e razionale, in grado di soddisfare le più svariate esigenze delle migliaia di utenti, in primo luogo della scuola; particolari cure sono rivolte al settore "ragazzi". Da segnalare, infine, il fondo librario archivistico-documentale "Pia e Carlo Zaghi".
Museo Civico - Archeologia, Pinacoteca
  I documenti del Museo Civico, nella Chiesa di San Domenico, testimoniano l'evoluzione degli insediamenti e degli assetti urbani e significative espressioni artistiche connesse con la storia della città, sempre segnalata per l'importanza strategica ed economica e per i drammatici problemi idraulici I risultati di recenti campagne archeologiche fanno pensare che la formazione di un centro civile sulla sinistra del Po di Primaro facesse seguito a precedenti insediamenti a destra del fiume, intorno alla Pieve di San Giorgio. Dopo la Pieve e l'insediamento pedelacustre di Palmanova (VI-VII secolo), gli scavi hanno indagato la sede di una bottega di ceramica graffita in via Matteotti (XVI-XVII secolo) e, ultimamente, una serie di giacimenti in via Vinarola, che attestano un artigianato ed un commercio assai vivaci nel XIII secolo. I reperti riuniti nella Sezione Archeologica del Museo consentono così di estendere la riflessione storica nell'arco dal VI al XVII secolo. Il patrimonio della Pinacoteca comprende alcune decine di opere, dei secoli fra il XV e il XVIII, scampate agli interventi napoleonici e del governo dell'Italia unita relativa ai beni ecclesiastici. Custodita fino al 1945 nella residenza civica, la quadreria fu messa in salvo, negli ultimi mesi di guerra, a Ferrara, e di lì recuperata nel 1973. La raccolta rivela, con la presenza di pittori argentani e di altre origini, interessanti rapporti fra i centri della vita culturale e artistica italiana fra Rinascimento ed Età dei Lumi.